sabato 26 novembre 2016

Il vecchio e il mare

Secondo me, sognava i leoni. Aveva preso il mare con quel pugno di esagitati che ricordano, dovrebbero almeno in Italia ricordare,i fratelli Bandiera, Pisacane, Garibaldi. Senza sapere quale sarebbe stato l’approdo. Il più probabile finire massacrato al suono della tarantella finale di Allosanfan, ripresa anche da Tarantino. Ma la fortuna e il destino gli consegnarono il grande pesce. Nobile e iridescente nei suoi salti, trascinò quella barca molto lontana da riva , dove non pensava di finire, non era mica comunista quando partì. E quando il pesce, sfinito, si arrese era molto più grande di quella barchetta, un peso quasi impossibile da sostenere da solo. E attorno c’erano gli squali che da ogni parte venivano a strappare i pezzi del grande pesce. E bisognava difenderlo solo con un coltello legato ad un remo. Ma se prenderlo è stato possibile, difenderlo non lo è mai. Nessuno ci riesce. Facile irridere il vecchio, mentre due continenti erano preda di narcos, golpisti, torturatori, squadroni della morte. Però a riva è arrivato. Il grande pesce ridotto a uno scheletro. Ma la coda e la spada dicevano della sua immensità, del gesto folle, prometeico di chi non ha tagliato la corda e lo ha preso. “Sono andato troppo al largo”. Il vecchio si era riaddormentato. Sognava i leoni

mercoledì 23 novembre 2016

Apocalypse No

Era un altro dei golden boy del Pd. Più o meno boy perchè ormai, come me, ha l’età del pensionato. Ma c’è stato un momento in cui gli intellettuali d’area si erano innamorati di Fabrizio Barca. Competente, economista, quarti di nobiltà di sinistra giusti, disgusto olfattivo e fattivo per la cloaca del pd romano, efficiente come ministro anche se nel ferale governo Monti. Insomma uno di quelli che avrebbe potuto fare la parte dell’anti Renzi. Poi oggi col passo lento del catoblepa, mitologico animale dalla testa penzoloni da lui sdoganato nel bestiario della politica per descrivere il perverso intreccio tra partiti autoreferenziali e stato, la tira per molte righe sull' Huffington post per concludere che a lui la riforma costituzionale nè piace nè non piace ma che, invece di astenersi come vorrebbe, voterà sì per salvare il PD, unico argine di uno spazio in cui possano ancora maturare idee di sinistra. Ebbene io sono giunto alla conclusione assolutamente opposta. IL Pd è un monstrum, speculare a quello che fu la vecchia DC. Quella sequestrava e placava voti di destra (come poi si vide al suo tracollo) portandoli a votare politiche economiche, che oggi sappiamo essere state di sinistra. Il Pd sequestra voti di gente di sinistra ( o convinta di essere tale) portandoli a votare politiche economiche che sappiamo essere di destra. Per cui solo l’esplosione liberatrice del mostro, può rimettere in circolazione, se ce ne sono ancora, idee di sinistra. Come diceva “prima” di prenderle la Clinton ci sono solo io tra voi e l’Apocalisse. Ma come ha detto, dopo, Obama il sole sorge ancora. Quindi: Apocalypse NO.

lunedì 21 novembre 2016

Ignorante sarà lei

Sono disgustati. Mi fanno pensare a quella stupida barzelletta del lord che si fa divorare dallo squalo perchè si rifiuta di usare il coltello con il pesce. Stanno lì e ci sventolano sotto il naso diplomi, lauree, master e phd, titoli che per altro anche qualcun altro possiede. Oddio signora mia che gentaglia che c’è sotto le mura, mentre li aspergono con mestolate di olio bollente, l’importante è che non sia di palma. E non si rendono conto che questa è proprio la ribellione contro i tecnici e i competenti. Tecnici oddio. Io dovrei sempre capire perchè Benigni o Vecchioni, debbano essere contrapponibili a Zagrebelsky e Carlassare almeno sul tema della costituzione, ma non cadiamo nel loro stesso difetto. Ognuno può dire la sua in democrazia. Fatto salvo che io voglio un chirurgo in sala operatoria e non uno scultore. Il problema è che il chirurgo può pure essere Brega Massone, tecnicamente bravissimo ma assassino. E la ribellione non è solo quella di chi non crede ai vaccini e pensa alle scie chimiche o a curarsi con l’omeopatia ( si so che tra voi ci saranno anche degli omeopatofili, l’ho usata pure io e forse ha pure funzionato, non è questo il punto). Il punto è che le terapie che ci avete proposto ed imposto non stanno funzionando. Guardate, mi fido che ci crediate davvero e che il colesterolo che, quando ho iniziato a curarlo, poteva stare a 240 adesso debba stare sotto i 200 e non perchè lo hanno deciso i produttori di statine. Ma se a furia di prendere statine a milioni morissero di infarto ecco dietro la scrivania non potete stare lì con aria sussiegosa a dire, ma lei questo dove lo ha letto? Perchè, magari io l’ho letto su Lancet e quindi sono solo un altro tipo di snob, ma chi lo ha capito da solo vi viene a prendere, scalando le mura con le unghie.

sabato 19 novembre 2016

Elogio della pazzia

Sarà perchè vengo da due incontri in cui ero finalmente il più vecchio, quello che come dice Guccini ha trasformato con un rodere sordo i suoi io faccio in mi ricordo, ma leggendo l’appello dei soliti culi caldi, un orrendo guazzabuglio di vecchi rivoluzionari imborghesiti, liberali d’assalto e scrittori buonisti, mi è venuto il sangue agli occhi sull’erasmus per gli studenti medi. Obiettivo dei firmatari e dei pubblicatori: i soliti destini magnifici e progressivi dell’Europa. Diciamo la risposta, tra il tè delle cinque e lo spritz delle sette, a Donald Trump e alla Brexit. E lì in mezzo, autodefinita una proposta fortemente simbolica, appunto l’erasmus per i ragazzini delle medie. Via ragazzi che vi si porta in gita che non sapete cos’è l’Europa. Il sangue nelle congiuntive in parte sta nella retorica della generazione Erasmus, esemplificata da uno storico “vi aspettiamo” lanciato da un giornale a quelli inglesi dopo la Brexit e prima di scoprire che i giovani in quel referendum non hanno votato. A quei giovani che non aspetterebbero, nel racconto mediatico, altro che il cambiamento invocato dalle banche d’affari. Ma soprattutto a quei ragazzi cui verranno imposte dalla buona scuola delle corvè, ovviamente gratuite,andare tra una traduzione di Sallustio e un logaritmo a girare hamburger sotto il doppio arco giallo o a sistemare t shirt da Zara. Se no, immagino, niente gita fuori porta.

martedì 15 novembre 2016

La legge ad ovest del Pecos

Sono in viaggio; quindi questa volta il messaggio nella bottiglia è solo scritto. Ma non potevo proprio trattenermi. Mentre traducevo l’articolo di Will Denayer mi sono imbattuto nella frase “Obama ne ha deportati milioni”. Lì per lì, pensate come sto messo, ho associato la frase alle conseguenze della guerra in Siria. Poi mi sono fatto prendere dal dubbio. E ho controllato. Negli otto anni di presidenza Obama sono stati espulsi dagli Stati Uniti due milioni e settecentomila immigrati clandestini. Lo sapevate? Il triplo dei profughi siriani che hanno causato il collasso dell’Unione europea. L’equivalente di venti anni di sbarchi dei disperati di Lampedusa. Ecco io non lo sapevo. Non avevo mai letto aperture a tutte colonne sullo sceriffo Obama. Non so i nomi e non ho mai visto le foto dei ceffi che gli hanno consigliato queste deportazioni. Però so, e lo sapete anche voi, che Trump ne vuole espellere altrettanti e conosco, e anche voi conoscete, il ceffo che lo consiglia. Quindi, come sempre, oportet ut scandala eveniant.

venerdì 11 novembre 2016

2016

Ci ho messo molto. Anche se l’hai vista arrivare da 5 anni l’onda di tsunami fa comunque impressione. E un po’ devi risistemarti. Certo non come i colleghi che in tutte le parti del mondo, laceri e contusi si chiedono come mai, loro, non l’hanno vista. Quando arriveranno a capire che fino al momento di frangersi l’hanno applaudita come un bellissimo spettacolo della natura, avranno finito di fare il loro percorso di autocoscienza. Perchè oggi sono tutti buoni a fare il Bersani che dichiara morto il blairismo avendolo rovinosamente praticato anche quando era ormai uno zombie, uno sdentato come il presidente socialista della Francia chiama i poveri. Quella robaccia là nata, come diceva due giorni prima del voto Munchau, uno dei pochi a vederla arrivare dalle colonne del Financial Times, sulla base della falsa credenza che le elezioni si vincono al centro, sul richiamo delle limousine ministeriali, sul complesso di inferiorità di non saper fare politiche fiscali responsabili e sulla convinzione che tanto gli elettori di sinistra non avevano dove altro andare. E il cui culmine ridicolo è la costituzione di Renzi, andato a mangiarsi gli ultimi canapè lasciati da Obama alla Casa Bianca, e che adesso ovviamente spera che la lista degli invitati sia stata buttata per fare il solito rigatino alla Conte Mascetti. La gara ad inseguimento della destra liberista è finita. Là dove nacque la rivoluzione reazionaria contro lo stato, ne è nata una nuova. L’ infelicità dell’occidente ultra ricco e pieno di lavoratori poveri ha, come inevitabile, trovato uno sfogo. Sarà quello dell’odio dei penultimi sugli ultimi. Dei diritti incivili. Del negazionismo climatico. E potrebbe anche funzionare, per un po’. Ma fargli il verso non è possibile se non diventando, stavolta consapevolmente, non come loro, ma loro. Questo anno bisesto vi ha dimostrato che si può davvero, se si vuole come loro hanno voluto. Vi ha restituito il peso insostenibile della libertà di scelta. Scegliete.

lunedì 7 novembre 2016

Speriamo che sia femmina?

A meno che voi pensiate che Bloody Mary sia solo vodka e pomodoro, la frase almeno è donna non dovreste pronunciarla. Dopodomani, salvo sorprese clamorose, saremo lì a leggere la sfilza di articolesse che ci spiegano come dopo il primo presidente di colore la prima presidente debba essere considerato “in se” un fatto straordinario. Ora io non pretendo che tutti conoscano la storia delle dinastie regnanti. Però il fatto non è nuovo. Risale almeno a 1450 anni prima di Cristo. Hatshepsut, faraona di Egitto, con tanto di vesti maschili e barba posticcia e meraviglioso tempio funerario in quel di Deir el bahari. E poi ovviamente Cleopatra, Anna Caterina e Elisabetta di Russia, Eleonora di Aquitania, Elisabetta d’Inghilterra, Maria la Sanguinaria, quella del cocktail di teste protestanti. E Indira Gandhi e Golda Meir e Margaret Thatcher e tante altre. Tutte grandissime governanti, spesso migliori dei loro coevi in calzoni, ma prive del tutto di quello specifico femminile che dovrebbe renderle “in se” diverse nel governare. A partire dalle guerre scatenate sotto i loro governi e dalle repressioni feroci di dissensi e moti popolari. E dato che la presidenza Obama è finita con un movimento che si chiama black lives matters, per impedire che i neri vengano giustiziati dalla polizia per strada, ecco vorrei tanto che la donna nello studio ovale iniziasse, invece, interrompendo, subito, le forniture di armi ai paesi che le donne adultere lapidano. Voi che ne dite?

domenica 6 novembre 2016

Ad ovest di Paperino

Caligola o Nerone. Per molto tempo l’analogia che mi attraversava la mente è stata questa, in relazione al voto di martedì notte. Due imperatori, ci hanno raccontato postumamente gli oppositori, bizzarri e crudeli. Dannosi e folli. Un incendiario in questo caso al femminile, uno capace di fare senatore un cavallo e di portare le legioni a raccogliere conchiglie sulla spiaggia. Tutti e due destinati ad un brutta fine. Aiutava l’analogia il racconto svetoniano della campagna, politica zero, solo scienze comportamentali. Un maniaco sessuale, contro una compulsiva violatrice delle regole. Una sensazione confortata dalle analisi sulla copertura mediatica dei temi della campagna. Tanto per dire zero virgola zero sulla questione climatica. D’accordo nessuno vota sui programmi, solo sui caratteri. Ma poi quei caratteri attuano programmi per cui, almeno io, tanto per sapere di che morte morirò li guardo. E quindi se noto tutto il complesso militar industriale che si schiera dietro la Clinton non penso che sia perchè non vedano l’ora di avere una donna sul trono. Come che sia da qualche giorno ho cambiato analogia.Non se la meritano quella con gli imperatori. Troppo alta. Adesso è tra Paperoga e Gastone. Tra il perfettino cotonato e superfortunato e lo svitato con i capelli fuori posto. Essendo noi Paperino sappiamo come va a finire. Comunque

venerdì 4 novembre 2016

Sognando California?

Quando l’ho vista in metropolitana ho pensato che in lei c’era qualcosa che non andava. Il velo fucsia sul capo e la felpa su cui spiccava ripetutamente il nome Barbie. Fai pace col cervello, ho pensato.Il velo e il nome della bambola, simulacro del corpo umano e quindi proibito dalla fede, che si presenta agli occhi delle bimbe occidentali, nuda come Mattel l’ha fatta e con quei capelli al vento. Poi ho provato a fare un passo più in là a immaginare una sua figlia, la ragazza era giovane, e a chiedermi se la contraddizione si sarebbe risolta nella sua vita a favore del velo o della bambola. E poi ancora a pensare che quella contraddizione fosse anche una speranza che noi qui, e solo qui, siamo in grado di fornire a quella ragazza. La speranza che la battaglia dei valori la si vinca noi. Io ci credo tanto in quei valori. A differenza di ogni xenofobo che li pensa deboli e pronti alla resa. Ci credo a quello che ho visto succedere nel corso di una sola vita. E proprio perchè ho avuto la fortuna di vivere sulla spuma dell’onda più alta, posso guardare indietro nel cavo della mia. Che so alle 60mila persone, due terze donne, bruciate vive per stregoneria dalla nostra religione d’amore. Fino al 1782 un soffio prima della Rivoluzione. Nella storia appena ier l’altro. Per cui sì, ragazza, velo e Barbie è già qualcosa. Rema!