martedì 18 ottobre 2016

I polli di Renzi

Mi è risuccesso anche oggi. Posto un dato, in questo caso quello dell’aumento dei licenziamenti post job act, e invito a trarne le conseguenze il 4 dicembre. E arrivano i che c’entra. Ora questo è davvero curioso perchè se qualcuno ha avviato il discorso sul carattere di panacea del si,sono stati autori e fautori della riforma, da Renzi ad Obama. Ma è poi ovvio che c’entri. A partire proprio dal fatto che un cittadino, in buona parte, si deve “fidare” di ciò che gli raccontano, tramite i mezzi di informazione, i politici. E se diventano, mese dopo mese, smaccati il carattere e gli esiti non entusiasmanti delle sbandieratissime riforme del mercato del lavoro è legittimo, forse prudente, fare una tara anche sulle meravigliose sorti che ci attendono con il nuovo articolo 70 e compagni. Del resto proprio Renzi sta facendo di tutto, e giustamente, per ignorare una riforma costituzionale, quella del pareggio di bilancio che fu approvata a stragrande maggioranza appena quattro anni fa, e che vi era stata indicata da tutti come salvifica e indispensabile. Va bene non essere dei fans del dubbio metodico, ma proprio fare la figura dei polli… O no?

2 commenti:

  1. Concordo con il "dovere del dubbio" che ogni cittadino dovrebbe coltivare come debito nei confronti degli altri. Ma resta il problema per chi come me, non è mai stato soggetto all'art. 18, perché dipendente di ditta artigiana. Dal 1978 fino ad ora senza perdere il lavoro, passando di volta in volta, da una ditta all'altra. Certo questo dovuto alla fortuna di essere nato nell'area più produttiva d'Italia e forse d'Europa. Certo il lavoro artigiano consente la formazione di una professionalità poi spendibile nel mercato del lavoro. Cosa non possibile a chi lavora in impianti industriali, addetto a produzioni standardizzate. Per questi si dovrebbero pensare soluzioni di ammortamento sociali più efficaci, ma secondo me, diverse da quelle in vigore con l'art. 18. Certo non è un argomento facile da affrontare in due righe e sinceramente non credo di avere le competenze. Che invece credo abbia tu, credo anche che il modello di sviluppo "occidentale", dopo la sbornia degli anni 80/90, stia mostrando i suoi "limiti" e la classe politica piuttosto che prenderne atto, sembra preferisca il gioco di prestigio. Da qui la confusione di questi anni, dove il referendum si pone come lo zenith del caos. Se mi chiedi cosa voterò, ti devo purtroppo rispondere che non ho capito cosa dobbiamo votare. Forse sarà perché è da un po' che non votiamo. Intendo, quando serve. Naturalmente questo è solo il mio parere e vale per quello che vale. Comunque grazie per la possibilità che mi dai di poterlo esprimere.

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    1. Ma sai l'articolo 18 non era un argine ai licenziamenti di tipo economico. Lo era a quelli illegittimi. A quelli dichiarati tali dalla magistratura del lavoro. Il nodo sta li nell impossibilità di essere riassunto anche dopo che la motivazione è stata riconosciuta falsa da un tribunale. Se la cavano con qualche spicciolo. È proprio lo schiaffo del ricco al povero. Ho torto e mi compro la ragione sulla tua vita. È questo che mi pare intollerabile. Grazie per aver condiviso i tuoi dubbi qui

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