domenica 12 marzo 2017

A domanda rispondo

Uno di voi mi ha chiesto, in privato, quale sia il mio giudizio sulla scissione del Pd. Troppo poco, troppo tardi. Credo che sia in qualche modo ovvio tenendo conto di quello che avete letto su queste pagine, almeno dal novembre del 2011. Troppo tardi perché ormai quasi tutti i danni sono stati fatti. Forse vi è capitato di vedere la reazione giustamente adirata di Speranza a proposito del provvedimento di licenziamento dell'operaio col trapianto di fegato della Oerlikon. Magari sarebbe stata più credibile e anche più efficace in generale se Speranza non avesse votato a favore del jobact! Troppo poco perché se la scissione si limita a cercare di impostare dall'esterno quella trattativa di edulcorazione dei provvedimenti più sconci che non si avuto il coraggio di impostare da dentro e, di conseguenza, se non si è disposti a rischiare il passaggio anche all'opposizione del governo non si ha evidentemente la minima idea dell'immensità del compito di ricostruire una credibilità della sinistra. Perché cari scissionisti avete non solo guardato ma contribuito. Non è mica per caso che il Bomba riunisca il suo partito al Lingotto. Versa il sale sulle nostre ferite, su quelle che si aprirono già allora eppure la crisi, con le sue conseguenze, non era nemmeno nell' orizzonte concettuale del discorso di Veltroni. Perché la deriva che avete consentito è stata così ampia che oggi gli stinti epigoni della terza via non hanno neppure più il bisogno di camuffarsi da sinistra. Ve la ricordate la foto dei quattro in Camisa Blanca alla Festa dell'Unità 2014? In francese Valls: e in Francia i sedicenti socialisti certamente al secondo turno, ma molti anche al primo, voteranno per Macron.  Lo spagnolo Sanchez: e in Spagna lo hanno abbattuto con un colpo di Palazzo perché troppo di sinistra dato che non voleva fare lo Junior partner di Rajoy.  C'era poi un Carneade olandese del Pdva che sarebbe il partito del falco del rigore Djsselbloom, capo dell'Eurogruppo, in procinto di perdere una metà dei suoi seggi nelle elezioni di questa settimana. Insomma tutta gente che la sinistra l'ha data via e con grande soddisfazione. Se non fosse che poi i votanti di sinistra, o se ne stanno a casa in gran dispitto, o scelgono l'unica opposizione alla destra che gli sembra vera: quella ancora più a destra. Per cui se lavorando con tutte le loro forze ci hanno messo un quarto di secolo a distruggerla, la sinistra, quanto ci metteranno, secondo voi, a ricostruirla?

1 commento:

  1. Ma cosa si può mai davvero fare se non lo si fa contemporaneamente in tutti i Paesi analoghi, Massimo? Perfino in Germania (basta leggere la stampa on-line locale)ci si lamenta che con i mini-job da 450€ al mese, magari non si è e non si è considerati arbeitslos (senza lavoro), ma certo non la si sfanga facile. Se bastava alle multinazionali spostarsi in Irlanda per avere trattamenti garantiti di favore fiscale o spostare dalla Cina al Vietnam, poi al Bangladesh le produzioni di massa per scontare salari improponibili, e non solo per gli standard occidentali, allora quali effettive politiche di Sinistra occorre fare per restare credibili nel tutelare i diritti di chi non ce la fa? L'Italia fa parte di questa grande giostra impazzita in cui ognuno si sente meglio tutelato da chi sente più vicino, egoisticamente certo (anche perchè il solidarismo non puoi farlo tra 7,5 miliardi di umani indifferenziati)e ti presenta ricette semplici, chiare, orrende. Non per forza di Destra; i Movimenti sono la vera novità del Millennio politico (pensa tu...), oltre le differenze tra agiati / angariati, ma tutti i locali insieme, contro quelli che vengono, nudi e diversi, da fuori, e che ci indeboliscono ulteriormente in quanto chiedono, con la loro stessa presenza, di spartire non dico la torta, ma almeno le briciole. Cosa riusciamo a controbattere ? Non è domanda retorica: si attendono vere proposte, sostenibili, convincenti.

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