sabato 21 gennaio 2017

Strangehate

Distopia. E’ l’accusa che potete leggere, con vari gradi di enfasi in tutti i commenti al discorso inaugurale di Donald Trump. L’accusa di raccontare un paese che non esiste, o è profondamente diverso da quello raccontato e di parlare a nome di quel paese immaginario. Ma è anche l’accusa rivolta da Trump all’establishment e ai media su cui lui ha costruito il cigno nero della sua impossibile vittoria, e che ha appunto ribadito con i toni aspri di un comizio elettorale anche nell’occasione in cui, appagati dalla vittoria, i presidenti sciolgono le ali della retorica sul sogno americano, sulla scintillante città sulla collina. Era dal discorso di Roseevelt a Chicago nel 36, quello de “il governo del denaro organizzato e tanto pericoloso quanto quello di una folla organizzata, dei poteri forti che mi odiano e il cui odio io accolgo con soddisfazione” che non si sentiva un racconto così contropelo della società americana.. L’America è,allora, il carnage, il massacro, di cui ha parlato Trump?. Oppure, con poche migliaia di voti di differenza qua e là, sarebbe stata quella che avrebbe celebrato se stessa e l’epica rottura del soffitto di vetro, in una adunata festante e numerosa incensata dai media come quella del 2009, di fronte al sorriso falso di Hillary? Sappiamo che la realtà è ampia, il bicchiere pieno a seconda degli occhi di chi guarda. Però a me di fronte ai 43 milioni di persone che hanno bisogno dell’ assegno di integrazione alimentare, ai 7 milioni di condannati a pene detentive di cui tre in carcere, al milione e mezzo di americani uccisi a colpi di arma da fuoco dal 1968 ad oggi, al paese che è stato in guerra per ogni singolo giorno degli ultimi 15 anni, il cui leader,Nobel per la pace ha bombardato i civili di sette diversi paesi, in fondo fa piacere che anche gli Stati Uniti abbiano perso, o stiano iniziando a perdere, la convinzione della loro eccezionalità. And God bless all of us.

3 commenti:

  1. Certamente gli USA sono anche quelli di cui parla Rocca. Ma Trump, e il suo staff, non sono certamente lì per loro.

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  2. a me basta sapere come si stanno accanendo i media, non solo americani, contro Trump per capire che oltre al personaggio c'è molto altro in gioco... e quell'altro verrà fuori prima o poi. Soros docet in materia: chissà se verranno assoldfati anche negli usa mercenari, magari ucraini, per sparare sulla folla e sulla polizia come accaduto, dice, a piazza maidan!!

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  3. Il governo e lo staff di Trump: generali e banchieri. Questo dice tutto su quel che potrà essere, salvo che un impeachement azzoppi l'anatra.

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