venerdì 27 gennaio 2017

Sogno o son desto

La sinistra è il personaggio secondario di un sogno altrui. Quando ti imbatti in una frase così, l’ha scritta Nicola Lagioia in un lungo, intelligentissimo commento alla vittoria di Trump (http://www.internazionale.it/opinione/nicola-lagioia/2017/01/19/donald-trump-sogno), ti fermi perchè ti apre un mondo. E se sei come me reduce dalla visione di Westworld di mondi se ne aprono di paralleli. Il sogno altrui è ovviamente quello del neoliberismo e, oggi, di quello in cui si sta trasformando: il neoprotezionismo. Sogno per un trentennio, l’edonismo reganiano, incubo oggi. Ma solo per chi, personaggio secondario di quel sogno, non ha avuto l’autonomia del pensiero, l’autocoscienza, la ricordanza. Appunto oggi incubo di muri, tariffe, immigrati. Invece il sogno precedente... Un mezzo continente ridotto da sedici anni in un parco giochi militare, con milioni di morti che non si rialzano la mattina dopo per recitare di nuovo la parte del pediatra di Aleppo o del piccolo Aylan. Intorno a noi un parco giochi capitalistico diviso rigidamente: i visitatori da 40mila dollari al giorno cui tutto è concesso, popolato da forza lavoro sempre più sofisticata e sempre meno pagata, puri strumenti, anzi risorse, per ora umane. Eppure la fantasia degli sceneggiatori, quel mondo repellente in cui ritrovare il se stesso bestiale, omicida e stupratore rispetto a questo, reale, è migliore. Lì il demiurgo capisce che il ciclo non è infinitamente replicabile, che il dolore non è semplicemente formattabile, che non c’è deposito abbastanza grande per i corpi rottamati. In questo il Ford magistrale di Anthony Hopkins è come Trump. Con una differenza gigantesca. Che Hopkins abita il suo sogno da protagonista. E da protagonista programma e indirizza la rabbia verso il giusto nemico. Mentre Trump indica ai cenciosi americani che avuto il merito di riscoprire e narrare altri morti di fame, al di là del confine, Hopkins indica il consiglio di amministrazione anche a costo di indicare se stesso, l’intellettuale che ha trasformato il pensiero in proprietà intellettuale. Non la rivolta di lavoratori a zero salario contro lavoratori a basso salario, non quello che succede nei sotterranei di Westworld ma quello che accade tra calici di champagne e diagrammi di profitto nel resort in superficie. Ma la sinistra oggi è invece preda del sogno di Amleto. Morire, dormire. Dormire, sognare forse. E qui sta l’intoppo. Quali sogni possano venire in quel sonno di morte.

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