giovedì 16 febbraio 2017

Il conto, per favore

Chissà se ve la ricordate quella pubblicità elettorale di Rifondazione, anche i ricchi piangano. Sullo sfondo un panfilone bianco alla fonda. Era per le elezioni del 2006. Fu massacrata dalla stampa progressista. Così fate fuggire i moderati, ed altre amenità del genere. Credo la dovettero perfino ritirare. Tanto per curiosità sono andato sul primo sito dedicato ai megayacht. In giro per il mondo ci sono 43 barche da più di 100 metri di lunghezza, come si dice un campo di calcio. Più grandi, quindi del famoso Christina, nave mito di Onassis e Jaqueline. 26 di questi sono stati costruiti dopo quella data. 12 dei 20 più grandi dopo l’inizio della grande crisi del 2008, 14 se si contano anche quelli varati nell’anno della Lehman Brothers. I ricchi non hanno pianto. Per questo ho trovato non solo deprimente ma anche un po’ offensivo il manifesto del campo progressista di Pisapia. Qualche decina di righe di buoni sentimenti, tra il Bacio Perugina e il discorso di Veltroni. La Buona politica, la nuova speranza,l’agenda politica. Mezza riga scarsa sulla redistribuzione. Non andranno da nessuna parte. Nessuno andrà da nessuna parte finchè qualcuno non avrà il coraggio di fare la domanda che andrebbe fatta prima, ma al dessert è d’obbligo, chi paga il conto? Chi mette mano al portafoglio? Chi ha messo mano al portafoglio fin qui, lo sappiamo. Quel portafoglio è vuoto, comunque non basta più. Ve lo hanno detto ieri per l’INPS, tanto per prepararvi ad un’altra limata delle prestazioni. Qualcuno pensa di sfuggire alla domanda. Qualcuno si rassegna all’idea che andrà in cucina a lavare piatti fino ad estinzione del debito, oggi ho letto che oltre un milione di americani non riesce a pagare le rate dell’auto, di nuovo come nel 2009. E badate la risposta non è, ad esempio, il reddito di cittadinanza; quella, se non immaginiamo che vada a sostituire altre prestazioni, è una delle portate. Perchè se va a sostituire, campa cavallo. Un ciclo dei nuovi chemioterapici, che adesso paga lo stato, costa sui 50mila euro, hai voglia a pagartelo da solo con il reddito di cittadinanza. Quindi anche qui la domanda torna, chi paga il conto? E come fai a farlo pagare a chi di dovere se a lui basta un clic per far sparire i soldi? Chiedete a Hollande e Depardieu come è finita la storia delle tasse al 75%. E allora in questo tempo di muri, davvero pensate che proporre alla gente di costruirne uno, dieci, cento virtuali e virtuosi per impedire che i capitali bianchi e neri fuggano dai paesi di appartenenza verso paradisi leciti o illeciti cadrebbe nel vuoto? Non sarebbe declinare a sinistra quel bisogno di protezione di cui parla Bersani? Ma io a sinistra la domanda chi paga non la sento fare, il massimo cui si spingono è un facciamo alla romana. Non basta, non basta.

2 commenti:

  1. Nella lunga decadenza dell'Impero Romano, nel V Sec. d. C., è noto che in parecchi, trovandosi di fatto in regioni già occupate e governate dagli invasori barbari, preferissero pagare a questi ultimi tasse, perfino meno esose, in cambio di protezione più tangibile, rispetto ad altri Barbari retrostanti, che restare fedeli ad un'idea di unità e controllo imperiale sempre più evanescente. E non solo perchè le Legioni ormai non presidiavano più il territorio. Ci troviamo in una situazione simile, alla fine di un'epoca, quella che passo dopo passo, sempre più in fretta, c'ha portato alla Grande Globalizzazione, quella finanziaria dei porti sicuri e della delocalizzazione del lavoro, arrivata ormai a preferire il Bangladesh al Vietnam, per meglio comprimere i costi di produzione (inquinamento incontrollato, oltre che paghe infime agli Addetti). Ognuno prova a scegliersi non il miglior partito, ma quello che pare più vicino, identitario della piccola patria (o categoria sociale, fa lo stesso). Soluzioni altre, condivise ed allargabili, non se ne scorgono, Massimo: Bersani è in minoranza e tale resta, ahinoi, perfino in compagnia di Pisapia. Entrambi validi, affidabili, ma minoritari nel voto democratico

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    1. Si vero. Ma a parte il fatto che essi hanno governato perché sono stati maggioranza e purtroppo hanno governato esattamente nella direzione sbagliata dalla legge Treu al pareggio di bilancio in costituzione fino all'articolo 18, resta il fatto che anche opponendosi davvero si modificano le cose. Ripensiamo a come la destra estrema è diventata egemone sulla questione dell'immigrazione pur non governando. E come questa egemonia si è poi trasformata in maggioranza e vittoria elettorale. Il punto è la mancanza di volontà

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