mercoledì 25 ottobre 2017

Il silenzio per gli indecenti

Uno dei grandi vantaggi della mia recente condizione è quello di potermi risparmiare il giorno per giorno. Quante cazzate e pensieri pseudo profondi che uno si trova ad applicare agli spostamenti minimi della politica.Pensate che, lavorando, avrei dovuto commentare l’apertura di Speranza a Renzi , appena tre giorni prima di veder salire il suo non ancora partito al Colle per annunciare l’uscita dalla maggioranza. Mi sarei dovuto appassionare alla ribollente attività che circonda il miserabile meccanismo della legge elettorale, unica vera mission di chi ha da depositare il culo anche per i prossimi 5 anni. Oppure ai referendum padani, manco Gentiloni fosse Rajoy. Politica politicante. Cui, davvero, non so perchè andiate ancora dietro. Mentre le cose serie che dovrebbero riempire le piazze come fossimo a Barcellona sono gli esiti, i residui della gestione della crisi. La pensione a 67 anni per tutti (scusatemi), record europeo che supera ogni logicità in uno dei paesi con la più alta disoccupazione o sotto occupazione dei giovani. L’aberrante sentenza della Consulta di oggi che in un paese che certifica oltre cento miliardi l’anno di evasione sostiene che il decreto Poletti rubando ai pensionati solo 30 miliardi invece di 32 realizza un “un bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica". E io dovrei appassionarmi per questi nani, che votarono compatti il pareggio di bilancio. Ricordatevelo. Alla camera il 30 novembre 2011 464 e 0 no, con 11 eroici astenuti e 153 ignavi assenti o in missione per poter dire io non c’ero. Ricordatevelo. Al Senato il 15 dicembre del 2011 255 favorevoli, 0 contrari, 14 gloriosi astenuti e 52 mangiapane a tradimento che si diedero alla fuga. Avete capito? 0 voti contrari su 945 parlamentari e uno spicciolo di senatori a vita

1 commento:

  1. Hai fatto benissimo... persino io ho perso la "Speranza" che ci possano essere poilitici e non miserrimi cercatori di poltrone. Buona giorta, signore :-)
    Martino Giusti

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