giovedì 29 dicembre 2016

Il mondo rovinato dai ragazzini

E’ vero che tra Natale e la Befana vorremmo tutti essere bambini, ma il tasso di infantilismo nel mondo politico sta superando il livello della mia sopportazione. Prendiamo Obama. Un bambino viziato. Ha avuto otto anni di tempo sulla poltrona più importante del mondo e, solo mentre scarta gli ultimi pacchetti sotto l’albero si accorge che la questione medio orientale non si risolverà mai fino a che non sarà stata cauterizzata in qualche modo la ferita iniziale che sta suppurando dal 1967. Ma lo fa da bambino viziato , che ha aperto il pacco e trovato la sciarpa di lana. Batte i pugnetti sul tavolo, batte i piedini sotto il tavolo e consegna al mondo, dopo aver scatenato la rabbia degli arabi, con il delirante discorso del Cairo, anche quella degli israeliani con il voto alle Nazioni Unite. Ma c’è il sospetto che nulla gli interessi davvero, se non rendere complicato l’esordio presidenziale di Trump. Obama, che incurante dell’asfaltata micidiale del partito anche alla Camera e al Senato fa il bullo di Chicago. Io avrei vinto il terzo mandato. E se non abbiamo vinto non è colpa delle mie politiche ma dei potentissimi hacker russi. Come Renzi. Ormai gli illusionisti sono così impegnati a frullare le mani, per distrarci dal trucco, che sono loro a distrarsi, a prendere sul serio il loro stesso spin. Otto anni meravigliosi. Così come i mille giorni da libro del nostro bullo fiorentino. E se la gente non è convinta, se dal cilindro invece del coniglio esce un fazzoletto sporco come il salvataggio di MPS, allora ha ragione Brecht. Cambiamo la gente. Ce lo ha detto il conte Gentiloni. Il risultato del referendum non si cancella ma non si cancella neppure il lavoro del governo, che, infatti, è identico. Se non vinco porto via la palla. Io gliela darei pure, purchè se ne andassero davvero.

1 commento:

  1. Non si rendono conto che la gente si sente stanca e scoraggiata. Andremo a votare solo quando piacerà a "lor signori" e vedremo gli esiti. Ed intanto il mondo scoppia in un'orgia di violenza infinita. Gli equilibri continuamente messi in discussione, silenzio e pedalare per chi non partecipa al festino. Gli ultimi sempre più staccati in balia del loro destino. Cambierà, non credo, almeno per tanto tempo. Troppi esperimenti sociali devono trovare il loro compimento. Intanto chi cerca di capire soffre e non vede la fine del tormento. Gentile Rocca ti ascoltavo ogni mattina e ora ti leggo quando posso. È utile la tua riflessione, io mi ritrovo è mi aiuti nel tentativo di capire. Spero nasca presto un qualcosa capace di aggregare chi oggi non può avere fiducia in ciò che ci gestisce. Credo sia ora perché c'è lo meritiamo di poter ritornare a credere nel domani, sia per noi che abbiamo trascorso l'esistenza e per coloro che non vedono approdo dalla zattera su cui galleggiano a fatica. Buon 2017 e speriamo di ricominciare a sorridere uscendo dalla porta di casa.

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